Come investire in BOT

Negli ultimi tempi, investire in BOT – acronimo di Buoni Ordinari del Tesoro – sembra aver perso il proprio fascino e, soprattutto, la propria convenienza. Del resto, si parcheggiano i propri risparmi con rendimenti ormai da tempo esigui. Tuttavia, per dire se conviene ancora investire in BOT, bisogna sempre capire quale sia il motivo per cui lo si fa. Se ad esempio speriamo di lucrare parecchio coi BOT, allora dobbiamo lasciar perdere. Se invece si sceglie questo strumento di investimento solo per “parcheggiare” il proprio denaro in attesa che il mercato finanziario torni a cresce, allora può essere una valida soluzione. Del resto, parliamo sempre di uno strumento sicuro, in quanto emesso dallo Stato

Vediamo dunque di seguito come investire in BOT dopo averli conosciuti meglio.

Quando e come sono nati i BOT

Per capire come funzionano i BOT e come meglio investirci, partiamo col dire quando e come nacquero e come sono evoluti. Essi nacquero negli anni ‘70, quando lo Stato italiano previde la nascita di obbligazioni sicure che avessero una breve scadenza (massimo di 12 mesi), con l’obiettivo di reperire soldi al fine di coprire il debito pubblico allora ritenuto solo temporaneo. Ma nei fatti mai saldato tutt’oggi. Per la brevità della loro scadenza, ebbero anche grande successo, specie tra gli investitori medi, i quali poterono con essi contare su un modo di investire denaro in maniera sicura. Con la certezza di riottenere la somma vincolata, a cui va aggiunta la quota maturata di interessi. Il tutto nel giro di un anno. Del resto, all’epoca i rendimenti erano alti. Parliamo di un 15-25 percento l’anno. Percentuali oggi inimmaginabili. Ma parliamo di quarant’anni fa, quando l’inflazione era al 15%. Pertanto, pure i rendimenti dei titoli statali dovevano tenere quel passo.

In quella fase storica, l’italiano medio si trovava di fronte al bivio di investire in azioni, che rendevano sì il 15% annuo, ma solo se si trattava di investimenti di medio-lungo termine. O, appunto, poteva scegliere le obbligazioni BOT, che garantivano quella stessa remunerazione, se non anche di più, nel giro di un solo anno. Ecco spiegato il suo successo di partenza.

Come funziona BOT

Fatta una breve storia dei BOT, vediamo come funzionano. Le scadenze possono essere di tre, sei o dodici mesi. Quindi non superano l’anno. La remunerazione che spetta di diritto al titolare del BOT nasce dalla differenza tra il valore nominale del titolo e il prezzo pagato. Ancora, le aste dei BOT si tengono a cadenza semestrale o annuale. La data di regolamento corrisponde a 2 giorni lavorativi. Secondo le convenzioni di mercato, la remunerazione è calcolata sul periodo di 360 giorni in un anno. Il rimborso è alla pari, in una sola soluzione alla scadenza. Per poter investire in BOT la quota minima è di mille euro. Infine, il tasso di interesse. Mentre vi scriviamo è anche negativo, pari al -0.032%. E ciò esprime quanto siano cambiati i tempi nell’arco di 40 anni dalla loro nascita.

Ecco quando si svolgono le aste a seconda del tipo di BOT:

  • BOT a 12 mesi: le aste si svolgono a metà mese
  • BOT a 6 mesi: si tengono a fine mese
  • BOT a 3 mesi: le aste si tengono a metà mese
  • BOT con durata diversa: le aste si svolgono in base alla necessità del Governo.

Differenza tra BOT e BTP

Il Ministero delle finanze ha anche la facoltà di emettere i BTP, Buoni del Tesoro Poliennali. La differenza è che tali titoli vincolano i soldi per molto più tempo (ecco perché poliennali). Mentre abbiamo detto come i BOT durano solo tra i 3, 6 o i 12 mesi. Il problema dei BTP è il fatto che la loro durata più lunga, non garantisce di certo alcuna remunerazione più elevata.

Investire in BOT: vantaggi e svantaggi

Abbiamo visto come la percentuale dei tassi di interesse sia addirittura inferiore allo zero. Ciò significa che otterremo anche meno, seppur in maniera molto lieve, di quanto abbiamo pagato il titolo. Ecco perché il BOT deve essere visto più come una scelta di conservare in sicurezza il proprio denaro, in un titolo che rispetto ad altri non ci farà patire delle perdite consistenti. Non a caso, alle aste di BOT si riesce lo stesso a vendere tutto il collocamento proprio per la sicurezza che lo stato italiano garantisce. Infatti, l’unico modo per perdere i soldi coi BOT è il fallimento dello Stato italiano.

Un altro vantaggio dei BOT è che sono titoli “zero coupon”. Ciò significa che non avendo cedola, sono titoli che si possono gestire in maniera più facile anche per quanto riguarda il rimborso dello stesso. Se però si vuole fare soldi, allora meglio investire in azioni, petrolio, commodities, oro, bitcoin.

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