Fondi pensione: cosa sono e quali tipologie esistono?

Cosa sono i fondi pensione? Come funzionano i fondi pensione? Quali tipi di fondi pensione esistono? I fondi pensione sono una truffa? Scopriamolo in questo articolo.

Infatti, a partire dagli anni ‘90 le pensioni sono state sottoposte a continue riforme, che hanno reso il sistema più severo al fine di ottemperare agli abusi fatti in passato. Soprattutto riguardo le baby pensioni e i vitalizi spropositati. E così, a partire dalla riforma Dini del 1995, che ha introdotto il sistema contributivo, il sistema pensionistico è stato rivisto al ribasso. Aumentando l’età pensionabile, i contributi da versa e così via. Fino alla riforma Fornero che ha anche generato esodati e situazioni critiche.

A fronte di ciò in molti si stanno rivolgendo ai fondi pensione, detti anche pensione integrative. Occorre però anche dire che alcune tipologie di fondi pensione investono i loro capitali sui mercati finanziari. Se decidete di investire in uno di essi, quindi, vi sottoporrete al rischio di perdere parte dei vostri risparmi o di ottenere un risultato inferiore alle vostre attese. Certo, l’altro lato della medaglia è comunque la possibilità di avere maggiori introiti.

Fondi pensione cosa sono

Cosa sono i fondi pensione? I Fondi Pensione sono dei particolari fondi di investimento. Sono sorti in quanto il reddito che molti otterranno dalla previdenza obbligatoria, sarà inferiore al reddito conseguito negli ultimi anni dell’attività lavorativa. Autonoma o dipendente che sia. E quindi rischieranno, da pensionati, di ritrovarsi in una situazione finanziaria peggiore. Con tutte le conseguenze negative che ciò comporta.

Hanno dunque lo scopo di affiancare una seconda rendita pensionistica a quella ordinaria offerta dall’Inps. Ecco il motivo per cui hanno anche il secondo nome di pensione integrativa.

Pensione integrativa e Pensione obbligatoria differenze

Qual è la differenza tra il fondo pensione e la pensione obbligatoria? La più evidente è il fatto che mentre il Fondo pensione prevede una adesione spontanea, quella obbligatoria è invece, appunto, obbligatoria. Ovvero, il lavoratore dipendente e una platea di lavoratori autonomi che rientrano in determinate categorie professionali o superano determinate soglie di reddito.

Tuttavia, la caratteristica che li accomuna è che per entrambe la contribuzione avviene durante l’attività lavorativa e la pensione integrativa viene erogata soltanto una volta maturati i requisiti per la pensione.

Il vantaggio di chi aderisce ad un Fondo Pensione è però quello di poter ottenere anticipazioni e riscatti. Ma solo in determinati casi: per spese sanitarie particolarmente gravose e preminenti, spese per acquistare la prima casa o effettuare importanti ed utili ristrutturazioni ad essa e “ulteriori esigenze”.

Fondi pensione come funzionano

Come funzionano i fondi pensione? Quello dei fondi pensione è un sistema previdenziale a capitalizzazione. Significa che con i contributi di ciascun soggetto vengano acquistate attività, finanziarie o reali, destinate a lui solo. Quindi, il denaro che il sottoscrivente accantona nel Fondo Pensione è investito per lui solamente e sarà utilizzato sempre da lui esclusivamente.

Il reddito da fondo pensione corrisponderà alla trasformazione in rendita pensionistica esclusivamente del capitale che avrà accumulato.

La contribuzione ai fondi pensione chiusi è costituita dal trattamento di fine rapporto (meglio conosciuto con l’acronimo TFR) maturando del lavoratore dipendente. A questo vanno aggiunti i versamenti del lavoratore stesso e quelli dell’azienda. Conferendo al Fondo Pensione il TFR maturando – non quello già maturato – si attiva appunto la previdenza integrativa, con una scelta oggi irreversibile.

Il TFR rappresenta il 6,91% della retribuzione lorda e, se non è conferito al fondo, viene rivalutato tutti gli anni del 75% dell’indice ISTAT +1,5%. Il contributo del lavoratore, invece, viene trattenuto dalla busta paga. I fondi negoziali spesso ne fissano un limite minimo e massimo in percentuale della retribuzione lorda.

Ove venga versato il contributo del lavoratore, gli accordi in genere prevedono che l’azienda versi anch’essa un contributo. Il contributo aziendale normalmente varia tra l’1 e il 2% della retribuzione lorda. Questo contributo può essere considerato un vero e proprio benefit rispetto alla retribuzione già percepita.

Il lavoratore dipendente può aderire anche ad un fondo pensione aperto e avrà comunque diritto alla contribuzione a carico dell’azienda (di seguito vedremo la differenza tra aperti e chiusi).

Lavoratori autonomi e liberi professionisti possono aderire ai fondi pensione aperti e ai fondi negoziali chiusi istituiti dalle casse professionali. La contribuzione è del tutto a loro carico.

Fondi pensione aperti cosa sono

Cosa sono i fondi pensione aperti? Essi non hanno origine da accordi fra le parti sociali, bensì nascono dall’iniziativa unilaterale degli operatori finanziari abilitati per legge. Vale a dire:

  • Compagnie di Assicurazione
  • Banche
  • Sim
  • Società di gestione del risparmio

Al fine di scegliere il miglior gestore dei fondi pensione, è bene valutare i costi che essi prevedono, la loro storia e solidità finanziaria, il modo con il quale gestiscono i fondi, il tipo di rendita che essi propongono,

Questi soggetti abilitati per leggere operano in totale autonomia per tutte le scelte relative alla vita del fondo.

Fondi pensione chiusi cosa sono

Cosa sono i fondi pensione chiusi? Essi sono istituiti mediante accordi collettivi, anche aziendali, promossi dai sindacati. Hanno la forma di associazione senza fini di lucro, riconoscono un ruolo alle parti sociali e sono governati secondo il principio della democrazia rappresentativa.

Fondi pensione tasse

Quali sono le tasse relative ai fondi pensione? I contributi versati in aggiunta al conferimento del TFR sono deducibili fino a 5.164,57 Euro. Per quanto concerne le prestazioni finali, è prevista l’applicazione di una ritenuta del 15% che può però diminuire dello 0,3% ogni anno dopo il quindicesimo anno di partecipazione alla forma complementare. La ritenuta non può comunque essere inferiore al 9%.

Da non dimenticare poi la tassazione con imposta sostitutiva del 20% contro un’aliquota generale del 12,5%.

Fondo pensione quanto costa

Quanto costa un Fondo pensione? I costi possono essere diversi, e sia a carico dell’aderente che a carico del fondo. I primi vengono prelevati dai versamenti effettuati e riducono il numero di quote del Fondo in possesso del lavoratore. I secondi sono prelevati dal patrimonio di ciascuna linea d’investimento con l’effetto di ridurre, invece, il valore della quota, e quindi incidono in modo indiretto.

Fondo pensione storia

Occorre dire che fino agli anni ‘90 nel nostro Paese tali fondi erano principalmente legati a specifiche categorie, come le banche e le assicurazioni, o a singole aziende che introducevano esperienze già realizzate in altri Paesi

La prima normativa in materia di previdenza complementare è contenuta nel decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124. La materia è stata poi riformata dal decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 che ha abrogato il precedente d.lgs 124/1993, fatto salvo per quanto previsto dall’art. 23, 5º comma, dello stesso d.lgs.

La riforma della previdenza complementare non ha però finora trovato applicazione per il settore del pubblico impiego, a causa del mancato esercizio da parte del governo della delega prevista nella legge 23 agosto 2004 n. 243.

Fondi pensione quando possono essere riscattati

Quando possono essere riscattati i Fondi pensione? Questa possibilità è stata introdotta con D. Lgs. n. 252/2005. Ed è prevista in questi casi:

  • in caso di cessazione dei requisiti di partecipazione (es. licenziamento o dimissioni dall’azienda) l’importo maturato può essere riscattato o trasferito ad altro fondo pensione. Ma si può fare solo una delle due cose
  • in caso di inoccupazione il capitale può essere parzialmente (dopo 12 mesi) o totalmente (dopo 48 mesi) riscattato
  • in caso di morte o invalidità permanente dell’iscritto l’importo maturato può essere riscattato. In caso di decesso dagli eredi legittimi oppure, se indicato, dal beneficiario indicato dall’iscritto

Fondo pensione è reversibile?

Il Fondo pensione è reversibile? Rispetto alla pensione Inps, la reversibilità alla vedova del fondo pensione non è un diritto automatico ed acquisito. Quindi, si ottiene come opzione che si paga in termini di una rendita minore al momento della pensione e/o maggiori contributi previdenziali. In questo caso la rendita vitalizia è calcolata sia sull’aderente che sulla persona da lui designata (es. coniuge) e continua ad essere pagata finché uno dei due è in vita.

Come invece già visto, è previsto il riscatto in caso di morte del sottoscrivente a beneficio del coniuge o dei figli.

Fondo pensione, cos’è la Commissione di Vigilanza

Cos’è la Commissione di Vigilanza per i fondi pensione? Nota anche con l’acronimo Covip, è un’autorità amministrativa indipendente della Repubblica Italiana, che ha come scopo quello di regolare il mercato della previdenza complementare. Vigila sugli organi prima elencati, abilitati alla proposta dei fondi pensione.

Venne istituita con Decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, ed ha iniziato ad operare nella sua attuale configurazione – come persona giuridica di diritto pubblico – agli inizi del 1996. E’ stato poi varato il decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, art. 18, col quale si disciplinano i compiti della COVIP, in seno alla riforma della previdenza complementare.

I compiti della Commissione di Vigilanza per i fondi pensione sono:

  • autorizzare i fondi pensione ad esercitare la propria attività
  • approvare gli statuti e i regolamenti delle forme previdenziali complementari
  • tenuta dell’albo dei fondi pensione autorizzati
  • vigilare sulla corretta gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale e contabile dei fondi pensione e sull’adeguatezza del loro assetto organizzativo
  • assicurare che i principi di trasparenza nei rapporti tra i fondi pensione ed i propri aderenti siano rispettati
  • formulazione di proposte di modifica legislativa in materia di previdenza complementare
  • predisposizione annuale di una relazione sull’attività svolta, e sul mercato della previdenza complementare
  • attività ispettiva nei confronti degli enti previdenziali sottoposti alla sua vigilanza

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