Cos’è la ritenuta d’acconto? Come funziona la ritenuta d’acconto? Come si calcola la ritenuta d’acconto? Cosa significa ritenuta d’acconto? Risponderemo in questo articolo a queste domande, che interessano molti contribuenti in quanto la ritenuta d’acconto è una formula di pagamento molto utilizzata. Soprattutto per i lavori occasionali e non contrattualizzati. Di seguito vediamo cos’è, come funziona e altri aspetti relativi alla ritenuta d’acconto.
Ritenuta d’acconto cos’è
Cos’è la ritenuta d’acconto? Si tratta di una percentuale applicata in fattura all’imponibile come anticipo delle imposte da pagare. Dunque, si tratta di una percentuale dell’imponibile che viene addebitata al cliente in fattura come anticipo sulle imposte che il professionista deve pagare (in genere IRPEF o IRAP).
Ritenuta d’acconto chi può utilizzarla
Chi può emettere la ritenuta d’acconto? Le seguenti categorie professionali:
I soggetti che possono emettere fattura con ritenuta d’acconto sono:
- società di persone e capitali
- quanti lavorano nel campo commerciale o agricolo, o esercitano una determinata arte o professione
- i condomini in favore degli amministratori
Rientrano nella ritenuta d’acconto tutti quei professionisti che lavorano in maniera autonoma o quanti devono emettere ricevuta per prestazione occasionale.
In genere, la ritenuta è del 20% e si calcola sull’imponibile non considerando IVA o spese anticipate.
Nei casi di prestazione di tipo occasionale, si può utilizzare questa tipologia di pagamento solo fino ad una soglia di 5000 euro annui per i guadagni netti.
I clienti sostituti d’imposta devono consegnare la documentazione che attesta il pagamento della ricevuta perchè i professionisti possano detrarre il rispettivo ammontare dal debito impositivo totale.
Una recente sentenza del tribunale di Milano ha stabilito che, nel caso in cui il cliente non paghi la ricevuta come dovuto, il professionista non viene ritenuto responsabile se ha le prove per dimostrare di aver emesso una regolare fattura con ritenuta d’acconto.
Ritenuta d’acconto come si calcola
Come si calcola la ritenuta d’acconto? Per fortuna, possiamo dire che calcolare la ritenuta d’acconto è molto semplice. L’importante è capire in quale fascia contributiva si finisca. Cosa che vedremo meglio nel prossimo paragrafo. Mettiamo il caso in cui la prestazione sia di 200 euro lordi, dovremo calcolare il 20% su tale cifra (40 euro), e sottrarla all’importo lordo. Dunque, il nostro guadagno netto sarà di 160 euro, ossia 200-40.
Se invece conosciamo l’importo netto ma vogliamo conoscere il lordo, basterà aggiungere il 20%. Quindi, se il netto è di 160 euro il lordo sarà 200 euro, se il netto è 500 euro il lordo sarà 600 euro.
Ricordiamo che la ritenuta di acconto si calcola sulla base imponibile della fattura, inclusiva di onorari o compensi, di spese riaddebitate al cliente, di indennità e rivalsa nel caso di professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps. Sono esclusi dal calcolo della base imponibile, invece, i contributi previdenziali.
Ritenuta d’acconto aliquote
Quali sono le aliquote relative alla ritenuta d’acconto? In genere, l’aliquota della ritenuta d’acconto è del 20%. Nel caso di una cessione diritti d’autore, essa non si calcola sull’intero importo lordo, ma solo su una sua parte, che cambia in base all’età del collaboratore:
- Sul 60% se egli non ha compiuto i 35 anni di età
- Sul 75% se egli ha dai 25 anni di età in su
Per cui, se il compenso lordo è di 500 euro, se il collaboratore ha 20 anni, calcolerà la ritenuta d’acconto sul 60% di 500 euro. Ossia 300 euro. Dunque si vedrà detratti 60 euro come ritenuta d’acconto, vale a dire il 20% di 300 euro. E il suo compenso netto sarà di 440 euro (500-60).
Se invece ha 40 anni, allora dovrà calcolare la ritenuta d’acconto sul 75% di 500 euro. Ossia 375 euro. Pertanto, si vedrà detrarre 70 euro dal suo compenso totale e percepirà 430 euro.
C’è ancora un altro distinguo da fare. Nei rapporti di commissione, agenzia e mediazione, si applica il 23% sul 50% dell’imponibile oppure sul 20% in casi speciali.
Ricapitolando, le aliquote per calcolare la ritenuta d’acconto sono le seguenti:
- Prestazioni di lavoro autonomo e prestazioni occasionali: 20%, codice tributo 1040
- Compensi erogati ad amministratori di condominio: 20%, codice tributo 1040
- Redditi derivanti dall’utilizzazione delle opere dell’ingegno, di brevetti industriali e di processi, formule, etc.: 20%, codice tributo 1040
- Partecipazioni agli utili per contratti di associazione in partecipazione (solo lavoro): 20%, codice tributo 1040
- Compensi per levata protesti esercitata dai segretari comunali Ritenuta a titolo d’acconto: 20%, codice tributo 1040
- Prestazioni di lavoro autonomo di soggetti non residenti (anche occasionale o sotto forma di partecipazione agli utili): 30%, codice tributo 1040
- Compensi erogati ad amministratori di condominio non residenti: 30%, codice tributo 1040
- Redditi derivanti dall’utilizzazione delle opere dell’ingegno, di brevetti industriali e di processi, formule, etc.: prodotti da soggetti non residenti: 30%, codice tributo 1040
- Partecipazioni agli utili per contratti di associazione in partecipazione percepiti da soggetti non residenti (solo lavoro): 30%, codice tributo 1040
- Compensi per levata protesti esercitata dai segretari comunali non residenti: 30%, codice tributo 1040
- Compensi corrisposti dallo Stato, da soggetti residenti nel territorio dello Stato o da stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti per l’utilizzazione di marchi di fabbrica e di commercio, di opere dell’ingegno, di invenzioni industriali e simili, nonché per l’uso di veicoli, macchine ed altri beni mobili a soggetti non residenti: 30%, codice tributo 1040
- Rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari: 20%, codice tributo 1038
- Rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari (con dipendenti o
- terzi): 20%, codice tributo 1038
- Incaricati alle vendite a domicilio: 22%, codice tributo 1038
Ritenuta d’acconto a titolo d’acconto e di imposta differenze
Quali sono le differenze tra una ritenuta a titolo d’acconto e una ritenuta a titolo d’imposta? Nel primo caso si tratta di anticipare le imposte che si andranno poi a pagare successivamente. Nel secondo caso, invece, le ritenute andranno applicate a titolo di effettiva imposta.
Ritenuta d’acconto tipi
Esistono diversi tipi di ritenute d’acconto, in base al campo di applicazione. Abbiamo già visto le ritenute d’acconto per i liberi professionisti, nel caso in cui si svolga una prestazione di natura occasionale, o una prestazione fatturata con partita IVA. In tal caso, il beneficiario dei compensi indicherà nel documento una trattenuta del 20%, relativa a una somma ricondotta a un acconto delle imposte, che il committente andrà a versare con modello F24 (codice tributo 1040).
Quindi, si tratta di un anticipo delle imposte Irpef che il collaboratore andrà poi a pagare con la dichiarazione dei redditi. Il committente, per l’anno fiscale successivo, dovrà inviare al prestatore d’opera entro il 28 febbraio (sebbene i tempi raramente vengano rispettati) una certificazione che dimostri l’importo delle imposte versate, con il dettaglio dell’ammontare delle ritenute.
Un’altra tipologia di ritenuta d’acconto riguarda le ritenute sui redditi di capitale, vale a dire un’applicazione della ritenuta a titolo di acconto o di imposta sui proventi che derivano da un investimento finanziario.
Ancora, abbiamo le ritenute sui redditi da lavoro dipendente, ben più conosciute, considerando che riguardano tutti i lavoratori dipendenti che nella busta paga si vedranno trattenere le ritenute a titolo di Irpef. Quelle, per intenderci, che vanno a ridurre il loro compenso lordo mensile. Insieme ad altre voci come le trattenute Inps ai fini pensionistici.
Ritenuta d’acconto come versarla
Come versare la ritenuta d’acconto? La ritenuta d’acconto va versata entro il 16 del mese successivo al pagamento della fattura.
Quindi, se ad esempio il nostro cliente effettua il pagamento della fattura in data 10 gennaio 2018, dovrà versare tramite modello F24, codice tributo 1040 (che come abbiamo visto cambia in base alla tipologia di compenso pagato) e periodo di riferimento 01/2016 entro il 16 febbraio 2016.
Tutti i versamenti per le ritenute d’acconto, infine, devono essere riepilogati nel modello dichiarativo denominato 770, oltre che nelle Certificazioni Uniche dei compensi con ritenuta d’acconto.
Ritenuta d’acconto a chi conviene
A chi conviene la ritenuta d’acconto? In realtà, al committente la prestazione occasionale con ritenuta d’acconto non conviene molto, in quanto deve eseguire le stesse procedure messe in piedi per un collaborare con partita Iva, aggiungendo però pure l’onere di anticipare la ritenuta d’acconto tramite F24. Infatti, spesso avere la Partita Iva è un vantaggio sulla concorrenza che ne è priva.
Al collaboratore, invece, la ritenuta d’acconto conviene solo perché se non supera il compenso di 5000 mila euro l’anno, non deve pagare i contributi INPS. Tuttavia, ha lo svantaggio di non poter accedere agli ammortizzatori sociali come la DIS-COLL qualora perda involontariamente il lavoro.
Quindi, la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto conviene solo in questi casi:
- Si svolgano collaborazioni di breve periodo
- Non si preveda di prestare altre collaborazioni nel medio periodo con lo stesso committente o con altri appartenenti allo stesso settore
Ritenuta d’acconto, cosa deve contenere ricevuta
Cosa deve contenere ricevuta della ritenuta d’acconto? I seguenti dati:
- Data e n° della ricevuta;
- Dati del collaboratore: nome, cognome, indirizzo e codice fiscale;
- Dati del committente: codice fiscale e partita IVA;
- Descrizione dell’attività prestata dal collaboratore;
- Importo del compenso lordo pagato;
- Importo della ritenuta d’acconto applicata, solitamente il 20%;
- Importo netto (lordo – ritenuta d’acconto).
- Imposta di bollo ricevute sopra i 77,47 euro