Abbiamo fatto la spesa o abbiamo acquistato uno smartphone, un tablet, un Pc, una lavatrice o una Tv. Ci danno lo scontrino e lo mettiamo in tasca o nella busta con gli acquisti senza guardarlo. Poi con calma torniamo a casa e ci rendiamo conto che si tratta di uno scontrino non fiscale, con tanto di dicitura che lo dice espressamente. Così, cadiamo dalle nubi e non sappiamo di cosa si tratta. Avendo paura che quello scontrino non fiscale possa non vale come garanzia.
Prima di contattare la Guardia di Finanza o tornare indietro presso l’esercizio commerciale convinti di essere stati fregati, meglio sapere prima con certezza cos’è lo scontrino fiscale e se vale come garanzia. E’ proprio quanto vi diciamo in questo articolo.
Cos’è lo scontrino non fiscale
Dobbiamo sapere che lo scontrino fiscale è sorto più di dieci anni fa, ossia è partito dal 2006. Quando alle aziende della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) è stata data la possibilità di emettere uno scontrino non fiscale e di inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate i corrispettivi giornalieri. La novità aveva il compito di mitigare la dilagante evasione fiscale da parte dei commercianti, ma anche per iniziare finalmente a digitalizzare la Pubblica amministrazione italiana. Nonché alleviare dalla burocrazia un po’ gli esercenti. Tuttavia, al contempo, qualora una persona richieda una fattura fiscale, l’esercente sarà tenuto comunque obbligatoriamente ad emettere tale ricevuta.
Chi può emettere lo scontrino non fiscale
Detto in estrema sintesi cos’è uno scontrino non fiscale, vediamo chi può emetterlo. Partiamo subito col dire che sono pochi gli esercenti che hanno la possibilità di emettere una ricevuta non fiscale. E sono tutti collegati alla grande distribuzione organizzata:
- esercizi commerciali aventi una superficie superiore ai 150 mq presenti nei Comuni con meno di 10mila abitanti
- esercizi commerciali con superficie superiore ai 250 mq presenti la cui sede ricade in Comuni aventi più di 10mila abitanti
Sono invece escluse le società aventi un unico punto vendita, sebbene di dimensioni superiori a quelle minime. E le aziende aventi negozi inferiori alle dimensioni previste dalla legge.
Scontrino non fiscale: come comunicare i dati alla Agenzia delle entrate
Abbiamo prima detto del fatto che i commercianti siano obbligati, oltre ad emettere una ricevuta fiscale qualora il cliente ne faccia espressamente richiesta, anche a trasmettere i dati dei corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle Entrate. Per farlo devono usare Entratel, un servizio telematico ideato dalla Agenzia delle Entrate stessa a tal fine. Altrimenti, si possono utilizzare anche gli intermediari commerciali che abbiano la abilitazione. I dati quotidiani riferiti agli incassi devono essere trasmessi entro il quindicesimo giorno successivo alla scadenza del mese di riferimento. Se invece si risulta inadempimenti, allora si va incontro a sanzioni di tipo pecuniario e penale. La cui entità vedremo nel prossimo paragrafo.
Quali sono le sanzioni per chi non rispetta norme sugli scontrini fiscali
Abbiamo detto nel precedente paragrafo che gli esercenti che non rispettano le norme riguardanti lo scontrino fiscale, vanno incontro a sanzioni. La cui entità varia proporzionalmente alla colpevolezza dell’inadempiente. In caso di mancato invio dei dati, la sanzione sarà pari al 100% dell’imposta. Ancora, se non si provvedere all’installazione dei misuratori fiscali, il commerciante inadempiente dovrà pagare una multa che va da un minimo di 1032 euro ad un massimo di 4131 euro. Vieppiù, rischia di vedersi sospesa la licenza per un periodo che va da quindici giorni a sessanta giorni. Arrivando fino ai 180 giorni.
Scontrino non fiscale, quali sono i vantaggi?
Se si è un commerciante, viene spontaneo chiedersi se emettere uno scontrino non fiscale porti dei vantaggi. Ci sono e sono collegati alla gestione delle entrate e delle uscite. Ad esempio il registro dei corrispettivi può essere compilato con cadenza mensile, le operazioni con l’IVA possono essere registrate fino a 60 giorni dalla data della loro realizzazione.
Scontrino non fiscale vale come garanzia
Descritto cos’è uno scontrino non fiscale, a cosa serve e perché esiste, veniamo alla domanda di partenza: uno scontrino non fiscale vale come garanzia? La risposta per fortuna è Sì! Attenzione però che chi la emesso osservi i limiti dimensionali di cui sopra oltre al fatto che sia una catena commerciale, ovvero abbia più negozi sparsi sul territorio nazionale. Punto importante poiché anche qualora l’esercizio rispetti le dimensioni previste per legge, lo scontrino non fiscale non vale come garanzia se l’emittente ha un singolo negozio.
Il suggerimento, onde ritrovarsi dinanzi a spiacevoli sorprese (il prodotto acquistato ha un difetto e dobbiamo mandarlo in assistenza, anche dopo un po’ di tempo dall’acquisto), è sempre di controllare che tipo di scontrino ci viene dato e di capire se l’esercizio commerciale in questione ha le carte in regola per farlo. Altrimenti ci ritroveremo un foglietto in mano inutile. Solitamente, le GDO rinomate (Mediaworld, Trony, Expert, Carrefour, Decathlon, Maison du Mond, Ikea, Leroy Merlin, ecc.) non si abbassano a compiere tali generi di mancanze verso il fisco.
- Cos’è lo scontrino non fiscale
- Chi può emettere lo scontrino non fiscale
- Scontrino non fiscale: come comunicare i dati alla Agenzia delle entrate
- Quali sono le sanzioni per chi non rispetta norme sugli scontrini fiscali
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- Scontrino non fiscale vale come garanzia